Cari amici viaggiatori,

sentite la musica che invade le strade?

Io un po’ sì e, onestamente, non vedevo l’ora. Sì, finalmente è Carnevale, una festa che ha radici antichissime, ma che tutt’oggi è molto sentita in Italia e nel mondo.

Il termine Carnevale proviene dal latino carmen levare, togliere la carne e starebbe a simboleggiare la pratica del digiuno da carni e salumi che i cristiani cattolici iniziavano il giorno dopo del Martedì Grasso, il Mercoledì delle Ceneri, data d’inizio della Quaresima.

Nei giorni di Carnevale era quindi concesso ai credenti di lasciarsi andare in banchetti, balli sfrenati e incontri lussuriosi, prima dei quaranta giorni di Quaresima.

In realtà le radici di questa festività sono molto più antiche, addirittura greche e romane. Molte infatti sono le affinità con i riti legati al culto di Dioniso in Grecia e di Bacco a Roma. Inoltre nel mondo romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’impero Romano, comportava la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI).

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Sì, ma tutto questo cosa c’entra con la rubrica “Turismo e turismi”?

Beh, il Carnevale è uno dei pilastri del cosiddetto Turismo tematico, una tipologia di turismo che potremmo definire così:

Il turismo tematico è quella forma di viaggio/vacanza con destinazione vincolata al luogo ove si svolge l’evento al quale si desidera assistere. Questa forma di turismo è caratterizzata da elementi di identità di un territorio e della gente che vi abita, costituendo quindi l’elemento di unicità e il carattere distintivo del territorio nel suo complesso “unicum tematico”.

In Italia si contano circa 80 carnevali che ogni anno muovono grandi gruppi di turisti e escursionisti che viaggiano appositamente per prendere parte a divertenti sfilate mascherate ed eleganti rievocazioni storiche.

Il primo per importanza è senza alcun dubbio il Carnevale di Venezia. Nel 2016 circa 150.000 persone al giorno hanno visitato la Serenissima con una spesa media giornaliera di 130,72 €. Totale circa un milione di visitatori soltanto nel periodo carnevalesco. Le stime per il 2019 sono un po’ meno rosee, soprattutto a seguito dei provvedimenti anti turismo di massa messe in pratica dalla città sulla laguna.

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In Puglia domina il Carnevale di Putignano, con 37.705 biglietti venduti durante l’edizione 2018, ai quali vanno aggiunti 97 abbonamenti.

In Basilicata si distingue il Carnevale di Tricarico, paese in provincia di Matera. Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli” descriveva così i riti carnascialeschi di Tricarico:

…Andai apposta a Tricarico, con Rocco Scotellaro. Il paese era svegliato, a notte ancora fonda, da un rumore arcaico, di battiti di strumenti cavi di legno, come campane fessurate: un rumore di foresta primitiva che entrava nelle viscere come un richiamo infinitamente remoto…

La scena qui descritta si ripete sia il giorno in cui inizia il Carnevale, il 17 gennaio, sia il Martedì Grasso: figuranti travestiti da “mucche” e “tori”, preceduti da fedeli e da animali addobbati con perline e nastri colorati, sfilano per le vie del paese.

L’ mash-k-r costituiscono un retaggio di culture ancestrali, legate ai riti della fertilità.

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Insomma, il Carnevale è un periodo propizio anche per chi lavora nel Turismo, in quanto permette di creare offerte/pacchetti turistici concreti, legati davvero al territorio che vogliono promuovere.

Il Turismo tematico ha a che fare con ogni paese e con la sua storia, e coinvolge soprattutto le micro e piccole imprese, molto spesso fatte fuori dalle logiche del turismo di massa o da tipologie di turismo standardizzate e stagionali.

E, se è vero che è sbagliato cercare di inventare il turismo anche dove non si dovrebbe, raccontare un territorio attraverso il suo modo di vivere il Carnevale a me sembra un’ottima idea.

Quindi, maestri cartapestai e sarti unitevi: la nostra Italia è bella anche quanto si veste a maschera.

La Rondine

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