Cari amici viaggiatori,

oggi è San Valentino: quale occasione migliore per parlarvi del mio viaggio nella città dell’amore per eccellenza? La splendida Parigi?

Chissà, magari può essere l’occasione giusta per prendere coraggio e chiedere al vostro partner di portarvici e, se siete single, magari leggendo questo articolo deciderete di partire da soli alla scoperta della romantica capitale della Francia…potrebbe esserci il vostro Cupido ad attendervi lì!

Ma, siccome a me non piace affatto parlare di una città soltanto per stereotipi già fritti e rifritti, vi racconterò della mia Parigi, fatta d’arte e di buon cibo, che sapete essere i miei punti deboli quando sono in viaggio (e non solo).

Correva l’anno 2015, i miei genitori avevano appena festeggiato 25 lunghi anni di vita matrimoniale e così, con tutta la famiglia, decidemmo di far passar loro una seconda luna di miele…con due intruse: io e mia sorella.

Beh, una ghiotta occasione per visitare Parigi, non ci ero mai stata ed è una città assolutamente da vedere almeno una volta nella vita.

Così siamo partiti. Il volo Bari – Paris Bauvais è andato benissimo e siamo arrivati nella capitale nel tardo pomeriggio.

Il nostro hotel, l’Hotel Marignan, era a soli 5 minuti da Notre Dame, nel centro della città: un posto delizioso, confortevole e conveniente. Lasciati i bagagli ci siamo avventurati verso la Senna: Parigi ci accoglieva alle luci del tramonto ed era mozzafiato.

Ho particolarmente amato le strade brulicanti di gente eppure così discrete, quasi immobili e consapevoli di una eleganza senza tempo: Parigi sa di essere bella e questa convinzione la si respira a pieni polmoni, dovunque.

Cena a base di formaggio: ah le fromage français!

Sulla lista delle cose da fare almeno una volta nella vita mi sono appuntata: assaggiare tutti i 365 formaggi francesi, vi aggiornerò sul blog dei progressi!

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E per concludere la serata, crêpes dolci ai Quartieri Latini, indubbiamente il mio quartiere preferito della città.

Secondo giorno: ho trascinato la mia famiglia al Louvre, e un po’ me ne sono pentita. Il museo è grandissimo e le opere che conserva sono meravigliose, ma c’era troppa gente e troppa confusione. Ho passato il mio tempo a scansare giapponesi con Reflex enormi invece di ammirare la bellezza delle opere d’arte. Ci siamo stati mezza mattinata e senza vedere tutto siamo andati via, verso Les Tuilleries e gli Champs Elyseés: maestose rappresentanti di un’urbanistica perfettamente quadrata e lineare.

Ovviamente il tutto intervallato da un ottimo panino al formaggio, e siamo a due!

Pomeriggio intensissimo tra le Sacré Coeur, Montmarte e Pigalle.

 Vi consiglio di prendervi più tempo per ammirare questi quartieri, così da non passare soltanto di sfuggita davanti al Moulin Rouge: regalatevi almeno il tempo di immaginarvi come una delle ballerine del famosissimo cabaret o come uno degli spettatori, ce lo meritiamo tutti una volta nella vita!

Cena questa volta a base di Beuf Bourgignon: carne di vitello marinata in ottimo vino rosso, penso che non servano altri commenti.

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Terzo giorno: la Reggia di Versailles. Posso descriverla con due aggettivi: sfarzosa fino all’inverosimile e anch’essa confusionaria. La reggia è splendida, ma anche qui le logiche del turismo di massa hanno soppiantato le logiche di conservazione di un bene di quel livello.

Avrei voluto avere più spazio e più tempo per ammirare gli arredi, ma la folla mi spingeva e anche qui non ho avuto nemmeno il tempo di disegnare nella mia mente le feste e i balli che lì si sono susseguiti. Forse sono troppo romantica, o troppo visionaria, ma io in una dimora del genere vorrei sentirmi principessa per un giorno.

Tornati a Parigi città, non farci mancare niente, lo stesso giorno ci siamo anche rilassati durante una mini crociera sulla Senna: la Tour Eiffel è bellissima vista dal fiume!

Mio padre avrebbe voluto salirci sopra, ma la fila era enorme e abbiamo rinunciato.

Dopo aver acquistato vagonate di macarons siamo tornati in hotel.

Ultimo giorno: Notre Dame. Dulcis in fundo direi. Notre Dame è indescrivibile: io che sono cresciuta con il Gobbo di Notre Dame, qui ho trovato lo stesso clima che ha fatto sentire Esmeralda al sicuro. La luce che filtrava da magnifiche finestre decorate infondeva un senso di maestosità e sacralità.

E poi la vista dalle torri è impagabile: la salita è dura, ma giungere in cima e avere Parigi ai propri piedi non ha prezzo.

Con quella vista che riempiva ancora gli occhi, ci siamo avviati verso l’aeroporto per tornare a casa.

Chi di voi ha visitato Parigi? Me la raccontate?

La bellezza di città come queste è da condividere: io porto ancora oggi nel cuore il ricordo di una Parigi charmante, senza età: bella, come una donna matura e consapevole dei suoi punti di forza, eppure a volte debole e sensibile, vessata dagli stereotipi che hanno costruito su di essa e dagli attacchi di gente senza scrupoli che l’ha voluta colpire.

Sicuramente tornerò a Parigi e vorrei visitarne posti poco conosciuti, quindi chi ne conosce qualcuno, non esiti a scrivermi.

Intanto Buon San Valentino a tutti e festeggiate l’amore, quello vero!

La Rondine

Colonna Sonora del viaggio: La Vie en Rose – Edith Piaf

Tutte le foto su Facebook!

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