Dalla rubrica “Di musica, terapia e viaggiatori” di Caterina Coscia

Quando ho ripensato a questo blog, ho deciso che avrei voluto creare un posto dove scambiarsi idee e riflessioni, dove farsi degli amici, dove trovare risposte a quesiti di diversa natura, senza discostarsi dal tema principale che è quello dei viaggi.

Così ho deciso di dar spazio anche a mia sorella Caterina, psicologa e musicoterapeuta, che ci parlerà di viaggi e psicologia nella sua rubrica Di musica, terapia e viaggi. Partiremo da una riflessione sul profilo del viaggiatore, figura a metà fra il mitologico e il sognatore, un soggetto alla costante ricerca di qualcosa di diverso. Non voglio dilungarmi troppo nei preamboli, anzi, voglio lasciarvi al piacere della lettura di questo articolo. Da buona musicista, Caterina associa ad ogni articolo una canzone: vi regaliamo una lettura “auditiva”.


Vi siete mai chiesti cosa caratterizzi il viaggiatore? Che cosa ci spinge a viaggiare? Perché siamo perennemente affascinati dalla scoperta di nuovi mondi? O semplicemente perché ci piace cambiare aria?

In questi giorni strani e a tratti terribili, ci siamo trovati più volte a pensare ai viaggi dei nostri sogni. Abbiamo condiviso foto di viaggi fatti, di paesi visitati, di momenti di impercettibile felicità che pensiamo adesso non possano tornare più.

Bene, io credo che stia proprio in questo l’animo del vero viaggiatore: costruire ricordi da tirar fuori nei momenti più bui, viaggiare con la mente quando il mondo circostante è opprimente e sempre uguale. Viaggiare ci aiuta a crearci un diversivo, sfuggire dalla normalità, soprattutto quando questa è di difficilissima comprensione.

Non è un caso quindi che le prime challenge proposte sui social abbiano proprio riguardato i viaggi. E così subito tutti a condividere il lago più bello mai visto, la città più grande, il mare più limpido…

C’è un meccanismo che sottostà a tutto questo ed è il bisogno umano di “riempirsi” (passatemi il termine spartano) di quel che la vista regala. La corteccia visiva infatti permette di creare ricordi più vividi e più difficili da dimenticare. Ed è proprio dagli occhi che parte la ricerca della bellezza. Prima ancora di costruire un ricordo legato per esempio ad una festa al tramonto, sono i colori ambrati del cielo e il sole che scende ad attirare la nostra attenzione. Prima ancora di immaginare la magnificenza dell’Impero Romano è la vista della struttura del Colosseo a farci sobbalzare.

Ecco, questo è il viaggiatore: una persona che non solo si muove, cambia aerei, si abitua a nuovi jet lag, assapora i cibi e le tradizioni del posto ma anche e soprattutto vede. Con attenzione, curiosità, quasi come se volesse mangiare con gli occhi quello che lo circonda. Ed è la vista a far sì che il suo bagaglio di esperienze e ricordi cresca sempre più. Non si è mai sazi di viaggiare, è questa la cosa che più mi affascina e mi terrorizza allo stesso tempo. Perché in momenti come questi è difficile anche solo pensare di viaggiare, e la cosa ci destabilizza. Fra le varie manifestazioni ansiogene legate all’emergenza sanitaria infatti ci sono proprio quelle riguardanti la volontà non soddisfatta di “cambiare aria”. E non mi riferisco solo al poter andare fuori Paese, ma anche alla possibilità negata di godere di quei tramonti di cui tanto abbiamo bisogno. Sì, perché io credo che ci sia bisogno di mantenere costantemente il cervello pronto a partire. Ne abbiamo bisogno, per davvero.

Mi rendo conto però che in momenti storici come questo che stiamo vivendo, questo bisogno sia decisamente difficile da appagare. Abbiamo un’alleata però, ed è la musica. Nelle prossime rubriche cercherò di associare ad ogni luogo, o momento vissuto, una canzone per parlare insieme di come la musica ci permetta anch’essa di viaggiare. Al contrario di quel che si fa di solito (come detto poc’anzi) chiederò però al viaggiatore che sta leggendo di chiudere gli occhi e di lasciarsi guidare. Se non possiamo costruirci immagini nuove con la vista adesso, recuperiamone con l’ascolto alcune che ci sembra siano andate perse, ma che, credetemi, sono ancora vivide e presenti dentro di noi.

Intanto vi lascio con una prima canzone, che mi sembra rappresenti alla perfezione la mia idea di “viaggiatore”: una persona che prima vede il mondo e poi lo cambia, a modo suo.

Ben Harper: With my own two hands

“I can change the world, with my own two hands

Make a better place, with my own two hands

Make a kinder place, oh with my, oh with my own two hands

With my own, with my own two hands

With my own, with my own two hands

I can make peace on earth, with my own two hands

And I can clean up the earth, oh with my own two hands

And I can reach out to you, with my own two hands

With my own, with my own two hands

Oh, with my own, oh with my own two hands

I’m gonna make it a brighter place, (With my own)

I’m gonna make it a safer place, (With my own)

I’m gonna help the human race, (With my own)

(With my own two hands)

Now I can hold you, in my own two hands

And I can comfort you, with my own two hands

But you got to use, use your own two hands

Use your own, use your own two hands

Use your own two hands

And with our own two hands

With our, with our, with our own two hands

With my own, with my own two hands

I’m gonna make it a brighter place, (With my own)

I’m gonna make it a safer place, (With my own)

I’m gonna help the human race, (With my own)

Oh, make it a brighter place (With my own)

I can hold you (With my own)

And I can comfort you (With my own)

But you got, you got, you got, you got, you got, you got, you got to use

Oh, use your own

Oh, use your own, Lord

But you got, you got, you got, you got, you got to use, use

Use your own, use your own, use your own, use your own, use your own,

Use your own, use your own, use your own, use your own,

Use your own.”

7 risposte

  1. Beh, già da questo primo articolo, questa rubrica mi sembra molto interessante. Soprattutto mi piace l’idea di associare una canzone ad un determinato luogo!

  2. Interessanti spunti, per me viaggiare fa rima con sognare. Chi ama viaggiare non ha rinunciato ai propri sogni ed ama riempire gli occhi (e l’anima) di bellezza e ricordi.

  3. Che bella questa rubrica! Tante volte mi sono chiesta cosa significhi essere viaggiatore e in questo post ho trovato degli spunti davvero interessanti. Per approfondire, qualche tempo fa, ho letto La mente del viaggiatore (scusate ma al momento non ricordo l’autore), che si sofferma anche su come questa figura sia cambiata nel tempo e per quali aspetti invece sia sempre uguale…

  4. Non ci avevo mai pensato in modo razionale, ma da sempre associo una canzone o una musica ad un viaggio. E quando voglio far riaffiorare tutti i ricordi metto sù la canzone e come per incanto è come se fossi di nuovo in viaggio…

  5. Ho viaggiato moltissimo fino ai miei 30 anni poi con l’arrivo delle figlie ho rallentato..spero di poter ritornare a viaggiare come prima…ho sempre detto che chi viaggia non riuscirà a smettere di farlo ed è cosi..per me e per chi viaggia come me è una malattia che non va più via ..
    Non è solo lo staccare letteralmente la spina ma soprattutto immagazinare sapienza,crescere nell’anima,percepire i colori più vivaci,lottare per lasciare il mondo com’è sempre stato,con la magnificenza delle foreste delle cascate Vittoria,Salto Angel e tutte le altre ricchezze che ci hanno regalato emozioni al cuore
    Abbiamo l’obbligo morale di riservare il Mondo come c’è lo hanno donato

  6. “riempirsi”: un termine che trovo particolarmente calzante e che rappresenta in pieno quello che sento. Quel bisogno incontrollabile di conoscere e scoprire, come un vuoto da riempire con nutrimenti preziosi.

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