Il 2017 è l’anno dei ponti: ponte di Pasquetta, ponte del 25 Aprile, ponte del Primo Maggio, ponte del 2 Giugno…
Insomma l’anno perfetto per piccole escursioni alla scoperta del proprio territorio. Io a Pasquetta sono stata a Quasano, la frazione del mio paese Toritto e di cui vi parlerò prestissimo e il 25 Aprile sono stata nell’intramontabile Trani, uno dei simboli della mia amata Puglia.
Ma l’escursione più sorprendente l’ho fatta, insieme ai miei migliori amici, il Primo Maggio ad Altamura in occasione di Federicus, la grande festa medioevale.
Ammetto che, nonostante questa manifestazione sia giunta ormai alla sesta edizione, questo è stato il primo anno in cui ho avuto finalmente occasione di parteciparvi.
Credo che il termine Festa sia effettivamente il migliore per riassumere in un’unica parola l grandezza dell’evento, quest’anno dedicato alle donne di Federico II di Svevia (ha avuto 4 mogli, quindi sicuramente s’intendeva di donne).
Il centro storico dell’importante città dell’entroterra barese, che già senza feste ed eventi particolari è assolutamente da visitare, si è totalmente trasformato, accogliendo gente in abiti e atteggiamenti medioevali, bandiere, rumorosi carretti portati da giullari, bande di tamburi e gare di tiro con l’arco.
Insomma, un vero e proprio salto indietro nel tempo, in un’epoca troppo spesso considerata come periodo buio e ignorante dell’umanità, ma che, fortunatamente, la critica storica sta rivalutando.
Per la Puglia, il Medioevo è stato tutt’altro che un periodo da dimenticare: è il momento della costruzione o dell’ammodernamento dei grandi castelli che adesso sono famosi in tutto il mondo e delle nostre cattedrali romaniche, che hanno creato una scuola architettonica tutta pugliese.
Il Federicus è un modo per dar voce a questo passato glorioso, focalizzandosi sì su Altamura, ma dando un’idea della vita dell’epoca di tutta la regione.
Mi ha stupito l’accuratezza dei dettagli: la suddivisione nei quattro quartieri (tra tutti degno di nota il quartiere greco, ndr) ha ricreato ambienti diversi, ma affini, quasi a voler simboleggiare, usando un termine contemporaneo, un melting pot di culture differenti, che anche ieri, come oggi, convivevano, dando vita ad un ventaglio di suggestioni, colori, particolari variegato ed di forte impatto visivo ed emotivo.
Gli spazi ricreati rappresentavano tutti gli aspetti della vita medioevale, basti pensare al lupanare e al lebbrosario, due perle nella ricostruzione storica, che pochi avrebbero ricostruito in maniera così fedele e pertinente.
L’enogastronomia chiaramente gioco un ruolo cardine in eventi come il Federicus: gli stand gastronomici attirano gente e permettono ai commercianti ed ai produttori di mostrare tutte le bontà che la nostra terra offre, usandole in ricette tipicamente medioevali. Olio d’oliva, formaggi, vino e tanto altro, tutti predisposti per dar gioia allo stomaco e per dar voce ai sensi. E magari il prodotto tipico è stato proprio il souvenir perfetto per ricordare questo tuffo nel Medioevo.
Di notevole importanza è la scelta eco-friendly della manifestazione. Camminando per i quartieri ho notato dei simpatici contenitori per la raccolta differenziata. L’iniziativa aveva il nome di MedioEco, un nome di effetto che non solo riassume al meglio lo scopo dell’associazione che l’ha organizzato, ma che resta impresso nella mente, a ricordare che questi eventi fanno sì molto bene all’economia e alla visibilità di una città, ma che è anche importante utilizzarli per veicolare messaggi fondamentali nel momento storico che stiamo vivendo, quali quelli della sostenibilità e dell’ecologia, per esempio.
Magari leggendo questo articolo molti penseranno che il Federicus sia la solita pagliacciata carnascialesca a scopo di lucro che i comuni si inventano, sfruttando commercianti e risorse locali a proprio piacimento, ma in realtà non è affatto così, almeno in questo caso. Io considero questa tipologia di manifestazioni fondamentale per attrarre potenziale turistico e generare cultura. Ovviamente la manifestazione va studiata nei minimi dettagli e completata da mostre, convegni, spettacoli teatrali, giornate di giochi per bambini: insomma, deve essere un raccoglitore di idee e proposte che metta in campo più attori economici, culturali e sociali. E a me il Federicus è sembrato tutto questo, nonostante ci sia alle spalle solo un’associazione che lo organizza.
Ahimè, l’unica nota stonata è stata la visita che ho fatto al Museo della Tortura: i ragazzi che fungevano da guide, a mio parere, avrebbero dovuto essere innanzitutto più preparati (ecco perché magari è meglio rivolgersi sempre a guide professioniste che affianchino magari i ragazzi che si mettono a disposizione per questi eventi) e magari avrebbero dovuto essere vestiti con abiti d’epoca anche loro; se avessero indossato il costume del boia medioevale sarebbero stati perfetti.
A parte questo, consiglio vivamente la visita del Federicus per una futura edizione e consiglio anche ai comuni limitrofi di prenderlo come esempio, magari si potrebbe creare una Festa Medioevale che coinvolga tutto il circondariato. Tra due anni saremo al centro dei riflettori, visto che Matera che sarà la Capitale della Cultura 2019 e siccome dista pochissimi chilometri, magari occasioni come queste potrebbero inserirci a pieno negli eventi che la Città dei Sassi organizzerà.
Forse sono una sognatrice, ma io nel mio territorio ci credo, e le autorità locali, invece?
A presto
La Rondine
Interessante. Fa tenere in considerazione per l’anno prossimo
Vi terró informati sulle date 😉