Buona Domenica Viaggiatori,

Siamo nel pieno periodo della Vendemmia. Qui in Puglia nelle strade il profumo di mosto è inebriante e il Vino Novello è pronto per essere imbottigliato e venduto.

Dopotutto Sabato prossimo è San Martino, e, come si dice, a San Martino ogni mosto è vino!

Questa è la stagione d’oro per gli appassionati di Enogastronomia: eventi, cantine aperte e tante tante sagre.

Ieri sera ho avuto modo di partecipare alla Festa del Primitivo e del Cece Nero ad Acquaviva delle Fonti (BA) organizzata dalla Pro Loco Curtomartino con la collaborazione di associazioni e attività commerciali della zona.

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Che dire ragazzi, bravi!Una serata riuscita benissimo.

E poi, come diceva la locandina: “Quànne tìne u’ mirre e i cicere gnure pure ci si poveridde ti sìnde nu seggnùre”– Se hai il vino e i ceci neri anche se sei povero ti senti signore!

E la vera ricchezza di queste manifestazioni sono le persone che si adoperano per renderle tali.

L’enogastronomia è una fonte inesauribile di idee per favorire la diffusione di un turismo lento, da godersi con gli amici di sempre.

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Un territorio come quello Pugliese deve assolutamente puntare su questo. Ed è vero che a Novembre c’è ancora chi qui sta andando al mare, ma la stagione estiva è finita. Che facciamo? Lasciamo che i turisti tornino solo l’anno prossimo?

Ad Acquaviva si sono impegnati e ieri il centro storico, completamente rimesso a nuovo, era pieno di gente. Nonostante il freddo: c’era l’ottimo Vino Gioia del Colle DOCa riscaldare la serata!

E così, armata di ticket da 10 euro e seguendo le mappe con il percorso della serata posizionate ovunque, la gente vagava felice fra gli stands, che proponevano di tutto.

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Il principe della serata è stato il Cece Nero, una tipologia di legume molto dolce, da mangiare cotto nelle classiche pentole di terracotta pugliesi con olio, aglio e, a piacimento un po’ di peperoncino.

Il cece nero della Murgia Carsica è particolare, ha una forma a chicco di mais, è molto più piccolo del cece comune, con la buccia rugosa e irregolare, ed è ricco di fibre e ferro. La lunga preparazione che richiede (12 ore di ammollo più due ore di cottura) non ne rendono facile la vendita. Ma il sapore è buonissimo, ne vale la pena.

Prodotti di una semplicità unica, portatori di valori sani e tradizioni antiche, che si pongono alla base di una ricchezza, non solo economica, che riempie le piazze e il cuore.

Il centro storico era animato da band musicali che proponevano musica di ogni genere. Bellissima l’esibizione di una mia amica, Chiara Ceo: una voce talmente calda da far dimenticare i primi freddi autunnali.

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Chapeau per la scelta di tenere alcune delle chiese del centro storico aperte: era possibile anche partecipare a visite guidate dei siti in questione.

Ho avuto anche l’occasione di visitare la mostra permanente “Sognare e perdersi negli abiti di un tempo”: una collezione di abiti  e accessori d’epoca, dal 1600 in poi. Alcuni pezzi erano davvero pregiati: mi ha folgorato la lucentezza di un abito da sposa degli anni ’30 molto elegante e conservato benissimo. Da vedere.

Non mi stancherò mai di dire che l’enogastronomia è solo un punto di partenza. Il Turismo a cui possiamo aspirare comincia così e poi fa in modo che la gente voglia conoscere talmente bene il posto in cui quel determinato prodotto viene coltivato, da sentire la necessità di conoscere la sua cultura, la sua arte e la sua storia.

Quindi, come vedete, basta poco per fare tanto.

Complimenti ancora.

La Rondine

Colonna sonora: “Tu si na cosa grandemi ha ispirato Chiara Ceo, che ieri l’ha cantata meravigliosamente.

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