Cari amici viaggiatori,

questa settimana è stata parecchio movimentata. Ci saranno un sacco di novità, che comportano ovviamente lavoro costante e studio. Nonostante ciò, non mi sono dimenticata del nostro appuntamento con la rubrica “Turismo e turismi“.

L’ispirazione questa volta mi è venuta leggendo la locandina che vi allego qui sotto:PROGRAMMA-000.jpg

L’11 e il 12 maggio Toritto, la mia cittadina,  rivive una tradizione antichissima: il pellegrinaggio in onore di San Michele. I racconti dei miei nonni mi parlano di biciclette agghindate a festa che andavano verso la grotta di San Michele, a Monte Sant’Angelo, provincia di Foggia, una delle mete più sentite per i pellegrinaggi in Puglia.

Quando gli “eroi” di San Michele tornavano a casa, si faceva festa e, in onore del loro rientro, fu costruita una piccola cappella dove è conservata una statuetta di San Michele, l’arcangelo vestito da cavaliere e dove ristorarsi un attimo prima di tornare ognuno alle proprie abitazioni. La cappella, recentemente restaurata, c’è ancora oggi e quest’anno vedrà giungere ancora una volta i pellegrini che tornano dal viaggio.

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Santuario di San Michele Arcangelo – Monte Sant’Angelo, Foggia

L’idea mi è piaciuta subito, soprattutto perché si inserisce perfettamente nella linea di azione del Ministero dei Beni Culturali che quest’anno celebra il turismo lento e i cammini.

La definizione di cammino ben si sposa con quella di pellegrinaggio. Questa prima forma di viaggi a piedi o a cavallo verso le tombe dei Santi ai quali si è devoti o verso i luoghi della Passione di Cristo, si diffuse già a partire dal 300 d.C., come testimonia l’esperienza dei Templari, o dei Santi eremiti e viaggiatori.

Oggi il pellegrinaggio si identifica con il fenomeno del turismo religioso, anche se è bene fare alcune differenze.

Turisti o pellegrini?

La differenza risiede essenzialmente nella motivazione che spinge a scegliere una meta piuttosto che un’altra. Un pellegrino è mosso dalla Fede, dal desiderio d recarsi in un luogo per pregare o per chiedere perdono dei peccati. Caso simbolo può essere il celeberrimo “Cammino di Santiago“, un viaggio a tappe che giunge fino al Santuario di Santiago di Compostela, in Galizia. Chi lo compie, alla fine del viaggio, dichiara di sentirsi una persona diversa, per alcuni versi migliore.

Il turista religioso è mosso da sentimenti di ricerca del bello, e le maestranze cristiane nei secoli hanno dato vita ad architetture ed opere d’arte senza eguali.

Basti pensare alla Sagrada Familia, a Barcellona, che richiama milioni di visitatori al giorno, o alla meravigliosa Cappella Sistina, a Roma, che ho avuto l’onore di vedere, anche se ero troppo piccola per comprendere tanta bellezza.

In ogni caso, oggi le due definizioni quasi si sovrappongono.

Il turismo religioso è macrosistema in cui far rientrare il turista in senso stretto e il pellegrino.

Una sintesi che ci fa comprendere come il turismo e il pellegrinaggio possono essere accomunati lo fornisce Nocifora che definisce:

turismo religioso quella pratica turistica che ha come meta luoghi che hanno una forte connotazione religiosa ma la cui motivazione è eminentemente culturale e/o spirituale, quando non direttamente etnica, o naturalistica, o a carattere etico/ sociale, ma non religiosa in senso stretto.

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Particolare della Cupola di Brunelleschi, Duomo di Santa Maria del Fiore – Firenze

I numeri

Il turismo religioso potrebbe rientrare nella categoria del turismo culturale, ma ogni anno genera un fatturato cosi importante, che ormai viene considerato un sotto settore turistico a sé stante.

Parliamo dell’1,5% sul totale dei flussi turistici in Italia (Fonte Isnart) per un totale di 5,6 milioni di presenze turistiche.

I turisti stranieri, circa il 60% del totale, scelgono ancora la nostra nazione perché culla dell’arte sacra e della religiosità.

Sono turisti adulti, con una buona capacità di spesa e che prenotano ancora i viaggi tramite tour operator e agenzie di viaggio. Questo non deve far presagire la fine del turismo religioso con l’avvento delle nuove generazioni, anzi. Sicuramente nei prossimi anni vivremo una inversione di tendenza che costringerà anche gli operatori del turismo religioso a spostarsi verso il mondo digitale per sopperire alle esigenze del pubblico dei Millennials.

Il turismo religioso è il principale strumento per favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici: i pellegrinaggi avvengono principalmente in bassa stagione e hanno una durata media che va dall’escursione di un giorno ad una settimana, soprattutto se si scelgono mete più “impegnative” come Lourdes o Fatima.

Io ho un’idea tutta mia a riguardo. Le mete dei grani pellegrinaggi, a mio avviso, stanno perdendo di spiritualità e, onestamente, non so se sceglierei mai una di queste destinazioni per esplorare una tipologia di turismo che mi interessa molto.

Ho visitato molte mete religiose in Italia e nel mondo e, chi mi conosce, sa che se vuole visitare una città con me deve essere disposto almeno ad entrare in due/tre chiese. La mia meta del cuore è il santuario di Santa Rita, a Cascia. Ci sono stata più volte e lì riesco davvero a sperimentare il fascino della fede e della bellezza della natura che ricerco in viaggio religioso.

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Vista di Cascia in Umbria

In Puglia, il turismo religioso richiama ogni anno sempre più turisti, affascinati non solo dalle mirabili architetture Romaniche, tra le quali vi consiglio assolutamente di visitare la bella cattedrale sul mare di Trani e la Basilica di San Nicola, a Bari, o dalle arzigogolate composizioni Barocche in Salento, ma anche da importanti luoghi della Fede, come Monte Sant’Angelo, già citato prima e San Giovanni Rotondo, entrambe sul Gargano.

A questo va aggiunto il crescente interesse legato alle Feste in onore dei Santi Patroni, che richiamano ogni anno visitatori da ogni parte del Paese, ma di questo magari vi parlerò un’altra volta.

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Il carro e le luminarie della Festa Patronale di Toritto, Bari

Voi, avete una meta del cuore dove andate per ricercare la vostra spiritualità?

Badate bene che per turismo religioso non intendo solo quello legato alla religione cattolica. Mi piacerebbe molto, per esempio, recarmi nei tempi buddhisti in Sri Lanka o avvicinarmi al Gange, in India. Anche questo è turismo religioso.

Non è un viaggio da fare solo con gli occhi, ma è da vivere con l’anima.

La Rondine

Vi lascio un link di approfondimento. Sono i dati raccolti al termine di Koinè, la rassegna internazionale di artigianato sacro, edilizia di culto e turismo religioso che si è tenuta a Vicenza la settimana scorsa. Buona lettura.

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