Cari amici viaggiatori,

Ahimè anche questa estate sta finendo, portandosi dietro momenti importanti che andranno a comporre quel bellissimo album di ricordi che è la nostra vita.

In realtà devo ammettere che non sono poi così triste, anche perchè la stagione autunnale sa farsi attendere e desiderare, soprattutto tra le strade di paesi piccoli come il mio.

Vi invito a farvi un giro da queste parti, dalla fine di Agosto in poi: sarete inebriati dall’odore del mosto che giunge dalle cantine, dal profumo delle mandorle distese al sole e dei pomodori in ebollizione per l’antico rito della salsa.

Eppure c’è un profumo che si distingue rispetto agli altri, per la sua particolarità e dolcezza inconfondibile: è quello del vincotto di fichi.

Bene, proprio stamattina, percorrendo la strada di casa mia, questo odore mi è entrato nelle narici e sembrava non volersene andar più. Per fortuna proveniva dalla casa di uno dei miei migliori amici, che ha fatto delle foto in diretta per tutti voi.

Quando si pensa al vincotto immediatamente si pensa alla Puglia, regione in cui è prodotto maggiormente.

Ci sono due versioni: quello fatto dal mosto d’uva crudo che viene bollito, e quello fatto con fichi essiccati al sole e acqua.

Le origini del vincotto o mosto cotto si perdono nella notte dei tempi, almeno nella Roma antica, quando lo stesso era prodotto in due differenti varianti, vale a dire il sapa e il defrutto.

Prima era un condimento per carne e torte, o come dolcificante naturale.

Oggi è utilizzato per addolcire i dolci tipici delle feste in Puglia: i sasanelli per il giorno della Commemorazione dei Defunti e le cartellate e le pettole per Natale. Anche le ultime tendenze in campo culinario lo apprezzano quale condimento raffinato e dal gusto intenso e deciso.

Insomma, un alimento semplice ma nello stesso tempo ricercato e dal sapore inconfondibile.

Ciò che però lo rende ancora più speciale è il suo essere un (passatemi il termine) “unificatore di nonni, madri e nipoti“. Sì, proprio così.

Ritrovarsi intorno al torchio nel quale in fichi vengono pestati e poi vederli bollire su enormi pentole sul fuoco ardente è un vero è proprio rito di famiglia.

Nonostante il caldo di Agosto, le famiglie si riuniscono sulle terrazze e procedono ad ogni fase di questo magnifico rituale di produzione del nettare.

Come sempre qui in Puglia, ma in generale in tutta Italia, sono le tradizioni, quelle belle, vere, autentiche a fare la differenza.

Il prodotto finito sarà ancora più saporito perchè avrà come ingredienti speciali l’amore della famiglia e la gioia di stare insieme.

Insomma, cari amici, vi invito a scendere qui, nell’estremo Sud, proprio in Autunno. Non ci siamo solo per il bel mare e la nostra enogastronomia è un punto a nostro favore che dobbiamo giocarci nel miglior modo possibile.

Lasciate che anche le vostre narici siano inebriate da tutti gli odori della Puglia, e poi fate che questi siano festa per le papille gustative.

Noi vi aspettiamo a braccia aperte, magari anche per unirvi a noi durante questi riti antichi. I turisti amano queste “vacanze attive”: se solo ci fossero più persone competenti per organizzarle…

Che dire, vi allego le foto e mi tengo pronta a scrivervi di quanto è bello l’Autunno qui nel tacco dello stivale.

A presto

La Rondine

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