3 racconti paurosi e leggende di Puglia che strizzano l’occhio al miglior racconto horror che abbiate mai letto nella vostra vita.

Halloween si avvicina e a me vengono subito in mente alcuni racconti paurosi e leggende di Puglia che amo raccontare ai miei turisti mentre li accompagno in giro per la mia terra.

A pensarci bene, alcuni fanno davvero paura e mi ricordano quei libricini di “Piccoli Brividi” che andavano tanto di moda negli anni ’90.

Io odio il genere horror, ma, come sempre, se si tratta di tradizione cerco anche di farmi passare la paura.

Pronti ad iniziare una caccia alle streghe senza precedenti? Sì, allora iniziamo da Bari.

Ora è nella notte il momento delle streghe, quando i cimiteri sbadigliano e l’inferno stesso alita il contagio su questo mondo.

William Shakespeare

L’arco delle streghe a Bari vecchia

Giuro che la prima volta che mi hanno raccontato questa storia, non riuscivo davvero a crederci.

Avevo sentito storie sulle ben più celebri Streghe di Benevento, eppure anche Bari ha le sue streghe…e spero che con questa affermazione non si offenda nessuno.

Il centro storico di Bari, Bari Vecchia, conta quasi 50 archi che collegano le casette del borgo antico.

Tra questi ce n’è uno che nasconde un passato fatto di magia nera, riti malefici e sabba.

Si trova in corte Cavallerizza, uno stretto vicolo che collega la Cattedrale al Castello Svevo di Bari.

Prende il nome di Arco delle Streghe (uàrche de laMascià re) e si racconta che qui le streghe di Bari si riunissero per praticare i loro riti occulti.

Cioè, voi le riuscite ad immaginare le streghe che fanno fatture in dialetto barese? Io rido al solo pensiero!

Racconti paurosi e leggende di Puglia: il dispettoso folletto salentino

Tra le case dei paesini del caldo e assolato Salento si aggira con fare sospetto un folletto furbo e dispettoso.

Ogni zona lo chiama in modo diverso.

A Lecce si chiama Laurieddhu o Lauru, Uru oer i Salenti del Nord e Monacieddhru per i Salentini del Sud.

Ha l’aspetto di un bimbo di tre anni con orecchie e cappello a punta.

Si diverte a tormentare la gente con i suoi scherzi: rovescia piatti e pentole, tira i capelli delle giovani donne, dà pizzicotti e fa volare i panni stesi.

Con i fattori è più cattivo: fa smettere le loro galline di fare le uova e fa ingrassare o deperire i loro cavalli.

Come fermarlo? Bisogna stare attenti e quando ti salta sul ventre, devi rubargli il cappello.

In questo modo avrai diritto ad un desiderio, da dire al contrario, per imbrogliare quel furbastro. Quindi se vuoi dei soldi, devi chiedere la povertà, e via dicendo.

Pur essendo molto dispettoso lu Lauru non è cattivo e in genere lasciava in pace le buone persone, facendo dispetti solo a quelle meno brave.

Non si ha certezza sull’origine di questa tradizione.

Molti associano il nome Lauru ai lares, gli dei latini protettori della casa-

Io non so voi, ma un esserino del genere io non vorrei mai incontrarlo.

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Il fantasma del Castello di Trani

I castelli pugliesi sono tutti molto affascinanti, eppure a volte le loro grandi stanze vuote danno un senso di inquietudine e vien facile pensare: ma qui c’è un fantasma?

Nel Castello di Trani (BT), imponente fortezza federiciana a picco sul mare, a quanto pare un fantasma c’è per davvero.

Sto parlando di Armida, una giovane donna colpevole di aver tradito il marito con un cavaliere. Il suo consorte, rosso di gelosia, rinchiuse sua moglie nelle segrete del castello e la lasciò morire di fame.

Da quel momento, il fantasma di Armida, donna dai bellissimi occhi azzurri e lunghi capelli neri, si aggira nel castello, alla ricerca del suo cavaliere.

Non ama molto il contatto umano, quindi è schiva e passeggia per il castello con un lungo vestito grigio.

C’è solo un problema: non c’è traccia storica dell’esistenza di questa donna.

Bene, allora Armida chi è?

Alcuni pensano che si la contessa di Caserta Sifridina, prigioniera nel castello di Trani perchè accusata di cospirazione contro gli Angioini.

Scontò la sua pena fra il 1268 e il 1279, fino alla sua morte..

Il suo spirito sarebbe quindi rimasto prigioniero del Castello.

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Il Castello di Trani al Tramonto – Foto dal web

Ogni città ha una sua leggenda con protagonista una strega, o un folletto o un fantasma: è il modo che i nostri avi avevano per cercare di trovare una spiegazione a qualcosa che una spiegazione proprio non l’aveva.

Sono la paura della morte e dell’ignoto che generano queste storielle: riti magici e racconti che fungano da deterrente per scenari troppo spaventosi anche solo da poter immaginare.

Non c’è nulla di male a credere in questi esseri paranormali, anzi, sono proprio loro che rendono speciali i racconti paurosi e leggende di Puglia che abbiamo appena conosciuto.

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3 risposte

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